Negli ultmi anni, il mercato globale del cibo per animali domestici ha conosciuto una crescita significativa, raggiungendo un valore di 192,51 miliardi di dollari nel 2024. Si prevede che raggiunga 290,01 miliardi di dollari entro il 2029, con un CAGR dell'8,54%. Questo incremento è sostenuto dalla crescente consapevolezza dei proprietari riguardo alla salute e al benessere degli animali, oltre che dalla domanda di alimenti di alta qualità.
In Europa, il mercato è valutato a 55,02 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita prevista a 78,88 miliardi entro il 2029. L'Italia si distingue come un mercato dinamico, con un valore di 3 miliardi di euro nel 2023 per il segmento alimenti per cani e gatti, in crescita del 13,4% rispetto all'anno precedente.
In Italia, i gatti rappresentano il 55,3% del mercato degli alimenti per animali domestici, mentre i cani seguono con il 44,7%. La crescente attenzione verso prodotti premium e personalizzati riflette la tendenza alla "umanizzazione" degli animali domestici. Inoltre, il mercato è supportato da una struttura consolidata che include grandi aziende e piccole imprese specializzate.
La distribuzione avviene attraverso vari canali, tra cui grocery, petshop tradizionali ed e-commerce, quest'ultimo in forte espansione. Questa evoluzione evidenzia un mercato in continua trasformazione, caratterizzato da innovazione e un focus crescente sulla qualità e sul benessere degli animali.
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Il mercato del cibo per animali domestici sta attraversando una fase di profonda trasformazione, guidata da tendenze di consumo sempre più sofisticate e da una crescente sensibilità verso la qualità e la sostenibilità dei prodotti. La domanda non è più trainata solo dalla necessità di nutrire gli animali, ma da una concezione più evoluta del benessere, che porta i consumatori a ricercare alimenti personalizzati, funzionali e privi di ingredienti considerati dannosi. Questo fenomeno sta spingendo le aziende del settore a una continua innovazione, con un’offerta sempre più segmentata e specializzata. Tuttavia, se da un lato la diversificazione del prodotto rappresenta un’opportunità per le imprese, dall’altro rischia di rendere il mercato più complesso e competitivo, penalizzando i marchi meno strutturati. In Italia, la forte presenza di aziende storiche e la crescita del comparto premium indicano un consolidamento del mercato, ma il rischio di una progressiva concentrazione è reale, soprattutto per effetto dell’espansione dell’e-commerce e delle grandi catene di distribuzione. Le piccole e medie imprese, sebbene spesso più agili nell’innovazione di prodotto, devono confrontarsi con margini ridotti e una logistica sempre più determinante nella scelta d’acquisto. Inoltre, l’aumento dei costi di produzione e il contesto inflazionistico mettono sotto pressione i produttori, che devono trovare il giusto equilibrio tra qualità, sostenibilità e accessibilità dei prezzi. Le nuove tendenze, come l’attenzione agli alimenti ipoallergenici, la crescente diffusione degli snack funzionali e la richiesta di prodotti cruelty-free, dimostrano come il settore non sia solo in espansione, ma stia anche evolvendo verso una maggiore complessità. Il ruolo della normativa diventa quindi sempre più centrale, non solo per garantire trasparenza e sicurezza, ma anche per orientare il mercato verso pratiche più etiche e sostenibili. In questo contesto, le aziende che sapranno anticipare i cambiamenti, investendo in ricerca e sviluppo e costruendo un legame di fiducia con i consumatori, avranno un vantaggio competitivo significativo. Il futuro del settore non sarà determinato solo dalla capacità di vendere di più, ma soprattutto dalla capacità di rispondere alle nuove esigenze con prodotti innovativi e responsabili.
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